Quanti idoli e modelli online. Lo psicoterapeuta Nicholas Sacchi: «Non va perso il senso della realtà».
TIO, 13.06.2023
Tre quarti degli adolescenti svizzeri seguono sui social media influencer dalla “vita perfetta”, con contributi eccessivamente positivi. È quanto ha rivelato poche settimane fa uno studio dell’Alta scuola di scienze applicate di Zurigo, che ha interpellato mille giovani elvetici tra i 12 e i 19 anni. Secondo i ricercatori, un confronto con la vita apparentemente perfetta degli influencer può avere un impatto negativo sulla salute mentale dei giovani. È così? Lo abbiamo chiesto a Nicholas Sacchi, psicoterapeuta e copresidente dell’Associazione ticinese degli psicologi. «Se c’è un massiccio consumo di questo genere di contenuti allora significa che quello che producono è qualcosa che arriva, che è quello che cercano. Da qui a diventare un modello o a modificarne in qualche modo gli atteggiamenti nella vita reale… questo dipende da persona a persona, soprattutto dalla sua fragilità». Però è una fase delicata della crescita. «Ciò che possiamo dire è che un adolescente è in cerca dell’identità, di ciò che vorrebbe essere e che la società lo spinge a essere. In questo panorama di ristrutturazione dell’identità il modello di un influencer che impatta con delle tematiche giovanili magari in modo semplice o semplificato potrebbe fuorviare, far pensare che il successo sia una cosa facile». Qui dipende quindi da colui che “influenza”… «Se l’influencer passa il successo attraverso la fatica, gli insuccessi e la voglia di crescere, allora può essere anche formativo». I ricercatori consigliano ai genitori di dire ai figli di guardare i contenuti in modo critico. «Dobbiamo spiegare, non vedere tutto insieme a loro – perché poi gli togliamo uno spazio intimo e di ritiro. Serve trovare lo spazio di parlarne, di discuterne e di dire cosa si pensa a riguardo. Questo scambio intergenerazionale facilita poi nella crescita a essere più aperti». RK