Cantone, CORRIERE DEL TICINO, 15.02.2023, Carcano, Gianinazzi
Dopo anni di dibattiti, il Parlamento ha approvato la sperimentazione alle Medie: si partirà a settembre in sei istituti – Compatta la maggioranza PS, Centro, Lega e Verdi («Basta immobilismo»), contrari UDC e PLR («Inascoltato chi lavora sul terreno»).
Sì al superamento dei livelli di scuola media con una sperimentazione in sei istituti. Il Parlamento, dopo anni di discussioni, ha accolto il rapporto di maggioranza dando seguito alla proposta di compromesso di PS, Lega e Centro. Un sì a una prima riforma in ambito scolastico atteso a lungo da Manuele Bertoli, e che lo stesso direttore del DECS ha dovuto sudarsi fino all’ultimissima curva. Prima della discussione in aula, infatti, l’UDC ha cercato di spedire nuovamente il progetto in Commissione con una mozione d’ordine. Il motivo? Duplice: da un lato, secondo il capogruppo democentrista Sergio Morisoli, «si va a votare su qualcosa di cui non abbiamo competenza, perché la legge dice che a proporre sperimentazioni sono il Governo o il DECS, non il Gran Consiglio»; dall’altro, sempre secondo Morisoli, «il voto non poggia su un dispositivo di legge e su una richiesta di credito». Pur condividendo il principio del superamento dei livelli, l’UDC ha quindi chiesto il rinvio, seguito dal PLR al grido di «la fretta è cattiva consigliera». Richiesta bocciata nettamente dall’aula (57 contrari, 29 favorevoli).
Bisogna andare avanti
Spazzata via la mozione d’ordine, il Parlamento è in seguito entrato nel vivo delle discussioni. E chi cercava un messaggio politico sui livelli ne ha avuto un assaggio già in entrata di dibattito. «La differenziazione in due livelli crea numerosi problemi ai ragazzi e alle loro famiglie», ha spiegato Anna Biscossa (PS), co-relatrice del rapporto di maggioranza. La deputata ha poi ripercorso tutti i tentativi (falliti) di riformare la scuola negli anni, aggiungendo che «nonostante il grande lavoro di tante persone, ad oggi non abbiamo in mano nulla». Biscossa ha poi sottolineato la bontà di un progetto «che viene dal basso», e che bisogna «dare fiducia alla nostra scuola. A noi spetta l’umiltà di dire che certe cose è meglio lasciarle fare dagli altri». Sulla stessa linea anche il co-relatore Alessio Ghisla (Centro), il quale ha ripercorso la genesi del progetto sottolineandone la convergenza politica, spiegando che «la valutazione sarà svolta da un ente qualificato, esterno e indipendente (l’Alta scuola pedagogica del canton Grigioni, ndr)». L’accordo fra partiti è stato evidenziato anche dall’altro co-relatore Michele Guerra (Lega): «Il sistema dei livelli non funziona: si preclude l’accesso al liceo a ragazzi adolescenti, in una fase molto delicata della loro vita», ha sintetizzato. Sulla sperimentazione, Guerra ha spiegato che si tratta di «una prova che deve rappresentare il varco, la breccia tramite cui concretamente aprire il cantiere di ristrutturazione della scuola. Partiamo da un elemento, ma toccandolo abbiamo modo di scoprire altro e semmai di correggerlo». Sì, quindi, a una scuola media «basata su tutte le competenze, non solo su tedesco e matematica ». Anche Verdi, Partito comunista e Più donne si sono schierati dalla parte della sperimentazione, sottolineando come l’immobilismo «faccia male alla scuola». Da parte sua, l’MPS ha dichiarato di volersi astenere al voto. «Abbiamo un’idea diversa della scuola», ha spiegato Angelica Lepori Sergi.
«Non è seria»
Contrario a questa sperimentazione, ma non al superamento dei livelli, il PLR. Come ha evidenziato Maristella Polli, relatrice del rapporto di minoranza, «per togliere ogni dubbio, vorrei confermare che il PLR condivide pienamente il superamento dei livelli», ma per mezzo di una «sperimentazione seria e basata su criteri scientifici». Polli ha altresì sottolineato il poco tempo a disposizione (si partirà in settembre) per implementare il progetto. Nel mondo della scuola, «in molti hanno chiesto tempo per discutere e analizzare la sperimentazione». Tuttavia, «l’ascolto di queste insicurezze è risultato scarso o quasi nullo, con velate minacce e intimidazioni a chi si dichiarava dubbioso ». Anche Aron Piezzi (PLR) ha sollevato numerose criticità sollevate durante le audizioni della Commissione: «È paradossale che la maggioranza della commissione formazione e cultura, sicuramente supportata dai vertici del DECS, non consideri questi appelli di chi giornalmente fa la scuola e, invece, voglia imporre le idee della netta minoranza del collegio dei direttori. Noi siamo convinti che prima di procedere con una più che legittima sperimentazione occorra avere una solida adesione da parte del mondo della scuola». Aspetti, quelli del poco ascolto di chi a scuola ci lavora, toccati anche da Edo Pellegrini (UDC): «Il rapporto di maggioranza è pieno di assurdità», ha attaccato, elencando successivamente tutte le perplessità arrivate negli scorsi mesi dal mondo della scuola. Lo stesso UDC ha presentato un emendamento per chiedere di votare un credito quadro triennale per dare un fondamento legislativo alla sperimentazione. Emendamento sostenuto però solo dai democentristi e dunque bocciato. A passare è stato però il piatto forte, la sperimentazione, appunto, con 52 favorevoli, 26 contrari e 4 astenuti. «Il dato politico è il seguente», ha chiosato Bertoli. «Al posto dei livelli ci mettiamo qualcosa», cioè «permettere ai ragazzi di essere seguiti meglio. Poi lasciamo fare alla scuola il suo mestiere. La sperimentazione volontaria è un bene. E permette di valutare i risultati: la ricerca non la si fa solo con il goniometro ».
Che cosa prevede la sperimentazione
Su base volontaria
La proposta in estrema sintesi prevede di dare un «nullaosta» politico al DECS per iniziare il prossimo anno una sperimentazione del superamento dei livelli su base volontaria, alla quale potranno partecipare, sull’arco di due anni, sei sedi scolastiche (sulle 36 presenti in Ticino).
Le varianti
La proposta mette sul piatto tre varianti che le sedi potrebbero scegliere: la prima è basata sulla codocenza per tutte le ore di matematica e tedesco; la seconda prevede una codocenza svolta a gruppi ridotti e divisi in due classi differenti; la terza prevede la normale codocenza, ma unicamente per alcune delle ore settimanali delle due materie. A queste tre varianti, verrebbe poi aggiunto un ulteriore elemento di flessibilità, con la possibilità di introdurre un sistema a indirizzi opzionali.
Un gruppo e una nota
È infine prevista l’istituzione di un gruppo d’accompagnamento che al termine della sperimentazione avrà il compito di presentare una valutazione.
La nota finale degli allievi che parteciperanno alla sperimentazione, va da sé, sarà unica, senza distinzioni tra gruppi.
«Contento e fiducioso, auguro alla scuola un grande futuro»
Bertoli commenta una vittoria attesa a lungo – Ora il DFA lavora sulla formazione dei docenti
Dopo una lunga battaglia, il direttore del DECS Manuele Bertoli è riuscito a portare a casa un primo passo avanti sul superamento dei livelli. Una vittoria tanto attesa, giunta a pochi mesi dal suo addio al Governo. «Sono molto contento – ha raccontato al CdT poco dopo il voto -, perché finalmente, dopo anni, c’è stato un cambiamento di rotta da parte del Gran Consiglio. Molti più gruppi parlamentari oggi dicono apertamente che i livelli vanno superati. C’era chi ancora frenava con mille preoccupazioni e un po’ di dietrologia, ma alla fine è importante che questo passo sia stato fatto. Sono veramente soddisfatto e auguro alla scuola di avere un grande futuro».
E a proposito di futuro, Bertoli si dice pure fiducioso che la scuola in questi due anni riuscirà a lavorare a una solida sperimentazione e quindi a portare in Parlamento un progetto solido. «Sono fiducioso perché nessuno vuole fare una sperimentazione mal fatta. Men che meno i docenti, i direttori o le persone che ogni giorno hanno a che fare con la scuola».
Preparare i futuri insegnanti
Fondamentale, ora, sarà dunque poter contare su un numero sufficiente di docenti. «Con il DECS abbiamo lavorato già negli scorsi mesi per creare più vie possibili per formare nuovi docenti di matematica e tedesco », assicura Alberto Piatti, direttore del Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della SUPSI. Per il tedesco, le vie sono sostanzialmente tre: quella classica, per chi ha fatto studi di Bachelor in germanistica, e altri due percorsi che, invece, permettono di allargare il bacino di insegnanti. «Da un lato, è stato avviato un Master disciplinare, con moduli di tedesco per i docenti di scuola elementare. Dall’altro, da due anni è partito un Master che permette anche a persone con un Bachelor universitario di seguire una formazione pedagogica e una disciplinare, combinando i due Master esistenti.
Per la matematica, invece, le opzioni sono due: «Chi ha un Bachelor in matematica (o materie affini) segue il Master didattico- pedagogico. Chi, invece, ha una formazione triennale in materie scientifiche può seguire corsi disciplinari parallelamente a quelli didatticopedagogici ». In questo modo, osserva Piatti, «offriamo un’offerta la più ampia possibile, garantendo un numero sufficiente di docenti e rispettando gli elevati standard qualitativi in vigore a livello intercantonale ». «È però fondamentale», conclude il direttore del DFA, «che un numero sufficiente di candidati si annunci». Le iscrizioni al DFA per l’anno accademico 2023-2024 sono aperte fino a venerdì 17 febbraio.