Confederazione, CORRIERE DEL TICINO, 12.01.2023, Faranda
I minori devono essere maggiormente difesi dagli abusi su internet: per il Consiglio federale la prevenzione passa anche da misure destinate ai genitori e agli insegnanti – La direttrice di Protezione infanzia Svizzera Regula Bernhard-Hug: «Berna deve sviluppare una strategia comune con i Cantoni».
I bambini e gli adolescenti devono essere protetti maggiormanente dalla cibercriminalità a sfondo pedosessuale. È questa la conclusione è a cui è giunto un rapporto adottato ieri dal Consiglio federale. In futuro, gli sforzi nella lotta agli abusi sessuali in Internet vanno rafforzati a tutti i livelli: le azioni delle autorità federali, cantonali e comunali devono essere più coordinate.
Inquietante sviluppo
Il rapporto del Governo è la risposta a un postulato del 2019 dall’allora consigliera nazionale Rosmarie Quadranti (PBD/ZH), che chiedeva di verificare quali misure giuridiche, tecniche o di altro tipo siano necessarie per impedire che bambini e adolescenti possano essere facilmente adescati o ricattati per la produzione di materiale pedopornografico.
Spesso sono infatti i bambini e gli adolescenti stessi che si fotografano o si filmano in pose e atti espliciti, ma le indagini in incognito degli investigatori mostrano che in realtà i giovanissimi sono in gran parte spinti o costretti a compiere questi atti sessuali da persone adulte che conquistano la fiducia delle vittime sul web, spiegava l’ex deputata zurighese, parlando di un «inquietante sviluppo» di questo genere di cibercriminalità, con il materiale che viene poi condiviso nel giro della pedocriminalità.
Quattro reati sotto la lente
La Scuola di criminologia dell’Università di Losanna ha redatto in particolare uno studio incentrato su quattro reati sessuali online – tutti punibili penalmente – nei confronti di minori: la produzione e diffusione di rappresentazioni di atti sessuali con minori sul web; il «Cibergrooming», ovvero quando una persona adulta, che spesso si fa passare per una giovane, contatta un minore tramite Internet con lo scopo di compiere atti sessuali; la cosiddetta «Sextortion», quando una persona si procura immagini spinte di terzi su reti sociali o altre piattaforme e minaccia di renderle pubbliche, per cercare di ottenere altre immagini, soldi o un incontro con la vittima. Infine, il live streaming di abusi sessuali su minori.
Responsabilità dei Cantoni
In Svizzera la protezione dei minori e il perseguimento penale sono principalmente di competenza dei Cantoni. Anche a livello federale però ci sono delle lacune: per il Consiglio federale è ad esempio imperativo migliorare il rilevamento dei reati online, così come potenziare la collaborazione tra i vari attori.
Per quantoriguarda le misure di polizia, dal rapporto emerge che sono stati fatti passi in avanti grazie alla creazione di una rete di supporto digitale alle indagini sulla criminalità informatica (NEDIK). La prevenzione, per il Consiglio federale, passa anche da misure destinate non solo ai ragazzini, ma anche a genitori, insegnanti oppure ad altre persone di riferimento. Al giorno d’oggi l’educazione digitale è ormai parte integrante del percorso formativo già alle scuole obbligatorie.
Un passo nella giusta direzione
La Confederazione agisce dunque in misura sussidiaria assumendo compiti specifici quali la cooperazione internazionale con Europol e INTERPOL. Berna, inoltre, continuerà a fornire un sostegno finanziario nell’ambito del credito destinato alla «protezione dell’infanzia », che ammonta complessivamente a 2 milioni di franchi per anno.
«Le misure presentate nel rapporto sono sensate e sono un passo importante nella giusta direzione. L’UE ha sviluppato una strategia comune per combattere efficacemente i reati sessuali informatici. Ora la Confederazione dovrebbe fare lo stesso in collaborazione con i Cantoni, perché i reati sessuali sul web non si fermano ai confini geografici della Svizzera », ci spiega la direttrice della Fondazione Protezione dell’infanzia Svizzera.
«Solo in Europa sono circolati circa 3 milioni di file – immagini e video – con materiale pedo-criminale. In Svizzera, inoltre, non ci sono mai stati così tanti bambini e ragazzi molestati con contenuti sessuali online», aggiunge Bernhard-Hug, secondo cui i dati ufficiali nella Confederazione non riflettono la realtà. «Le discrepanze tra le cifre pubblicate su alcuni studi condotti in Svizzera e i casi registrati dalla polizia suggeriscono che ci sono un gran numero di casi non segnalati e che non sono quindi stati denunciati alle forze dell’ordine ».