L’editoriale, CORRIERE DEL TICINO, 15.02.2023, Gianinazzi
Paolo Gianinazzi: «Il Gran Consiglio ha fatto un concreto passo avanti verso il superamento dei livelli. Un cambiamento auspicato da buona parte della società, con genitori e allievi in prima fila».
Il Gran Consiglio ha fatto un concreto passo avanti verso il superamento dei livelli. Un cambiamento auspicato da buona parte della società, con genitori e allievi in prima fila. Il DECS, e quindi Manuele Bertoli, dopo anni di discussioni interne ed esterne, è riuscito a portare a casa (con il voto favorevole di PS, Lega, Centro, Verdi, Più Donne e PC) un dossier a cui lavorava da tempo. A questo punto, però, è bene tenere comunque i piedi ben saldi a terra. Va evidenziato che il voto di ieri rappresenta solo un primo passo, seppur concreto, di un cambiamento tutt’altro che facile da gestire. Il Parlamento ha detto sì alla sperimentazione, non all’abolizione definitiva di questo sistema. Si è trattato di un «nullaosta» per procedere in questa direzione, non di un voto vincolante o dell’ultimo capitolo di questa vicenda. Il ricordo del progetto «La scuola che verrà» insegna che è meglio attendere prima di cantar vittoria. Ad ogni modo, l’immobilismo è stato evitato e la vera partita può iniziare. Essa, però, si giocherà nei prossimi tre anni, quando la sperimentazione avrà luogo e quando andrà scelto il modello da implementare. Un periodo in cui è auspicabile che la politica trovi una maggioranza ancor più solida di quella mostrata ieri in Parlamento. Alla costruzione del modello definitivo è bene partecipino tutti, inclusi i partiti che ieri hanno bocciato la proposta (PLR e UDC) e tutte le componenti della scuola che, per un motivo o per l’altro, sono contrarie al superamento dei livelli.
Anche perché restano molte incognite da chiarire, attorno alle quali costruire una solida maggioranza. Una su tutti: dove e come andrà posta l’asticella per l’accesso alle superiori? Una scelta non scontata. Insomma, ieri è iniziato un percorso il cui finale è però ancora tutto da scrivere. E anche per questo motivo, il DECS (e chiunque lo erediterà dopo le elezioni) dovrà evitare di lavorare a testa bassa alla costruzione di questo modello. Solo coinvolgendo favorevoli e contrari, scettici e indecisi, si potrà costruire un modello che reggerà al voto in Parlamento (quello sì, definitivo) e all’eventuale prova delle urne.